LA PROCESSIONE DEL SABATO SANTO (descritta da un Confratello)

Dal 31 marzo 1956, il Sabato Santo è certamente uno dei giorni più importanti per la Confraternita (in precedenza la processione usciva il Venerdì Santo).
All’alba tutti i Confratelli scrutano il cielo per accertarsi delle condizioni atmosferiche, mentre le donne danno l’ultimo ritocco al vestito che indosseranno i propri mariti e i figli.
Oggi come ieri, i figli come i loro padri, vivono momenti di grande commozione, vera e propria liturgia non scritta che viene riproposta ogni anno quale atto di fede e di devozione.
Molti sono i Confratelli e le Consorelle che vi prendono parte. Tutti rigorosamente “scalzi”; tranne le donne che accompagnano il simulacro del Cristo Morto e dell’Addolorata.
Nell’aria che ancora odora di brina, il Troccolante con la “Tric-Trac” annuncia per le vie del paese l’imminente uscita della processione.

foto 176 Alle ore 5,30 dal sagrato della chiesa appare col Troccolante, lo “Stendardo” nero della Confraternita listato a lutto, mentre la banda intona le prime note della famosa marcia funebre dal titolo “Gravame”, la Croce dei Misteri con la corona di spine e il sudario di lino bianco, precedono le prime coppie di “paranze” (Confratelli incappucciati e scalzi).
Le statue che rappresentano la Via Crucis (portati in processione per le strade di Mottola la prima volta il Venerdì Santo del 6 aprile 1860) vengono sollevate e portate a spalla dai Confratelli, già dai primi passi ha inizio la caratteristica “nazzicata” (movimento sincrono delle spalle e di tutta la persona); le paranze escono disponendosi in fila e a coppia.
Tra i gruppi di statue, il primo a sfilare è la raffigurazione di “Gesù nell’Orto degli Ulivi” seguito da: “Cristo alla Colonna”,“Gesù Incoronato di Spine”, “La Caduta”, la “Veronica col volto di Gesù”, la “Veronica con la Tunica”, “Gesù Crocifisso”, la “Pietà”,“Gesù deposto dalla Croce”, il “Calvario”, poi uno dopo l’altro troviamo i tre Crociferi: Consorelle o Confratelli con la Croce in spalla: essi rappresentano, quindi Gesù, caricato della Croce, sulla strada del Golgota, non indossano la mozzetta ma solo l'abitino. Segue il “Cristo Morto”, adagiato su una bara di legno con tutt’intorno una corona di profumate violette bianche.
La “Bara” di Cristo, è accompagnata da dodici Confratelli, otto Consorelle vestite a lutto con il capo coperto da una veletta nera, antico simbolo meridionale di religioso lutto, inoltre, due Carabinieri e due Vigili Urbani in alta uniforme, completano il suggestivo passaggio della Bara di Gesù Morto. Chiude il corteo, la statua della “Madonna Addolorata”, seguita dai fedeli.

foto 23 L’incedere lento, ritmico, ondeggiante dei Misteri è preannunziato dal lugubre suono della tric-trac che prepara gli animi al passaggio del Cristo Morto. Ormai la processione ha assunto il suo aspetto classico. Il tutto coordinato dai mazzieri che hanno il compito di mantenere ordinata la processione.
Questa parte dalla Chiesa del Carmine, per giungere al rione San Pietro dove nella Chiesa dedicata all’Apostolo Pietro vi entrano le statue di Gesù Morto e dell’Addolorata, dopo una breve sosta di preghiera si riprende il percorso per via San Paolo, via Europa, via Catucci per giungere al rione San Giueppe, dove si effettua un’altra sosta.
Si risale verso via Risorgimento, via Salvo D’Acquisto, ci si immette nel Centro Storico (Schiavonia), uscendo in piazza Plebiscito per raggiungere la chiesa dell’Immacolata; anche qui si fa una sosta.
Verso le ore 12.30 circa si giunge in Corso V. Emanuele dove, tra due ali di folla, un’emozione strana pervade tutti. Nel Corso centrale di Mottola cala un silenzio rotto solo dalle note della banda che intona varie marce funebri, tra cui “Mamma”, “Tristezze”, “Grido di dolore". Anche nell’ultimo tratto di processione il lento incedere dei Confratelli verso il rientro, è accompagnato dalle commosse preghiere dei fedeli assiepati su entrambi i lati di questo struggente corteo.
Un brivido serpiginoso corre lungo la schiena, le lacrime rigano i volti di quanti, anno dopo anno, affidano le loro speranze, le loro ansie ed anche i loro ringraziamenti al Cristo Morto, al quale sono sempre grati per aver loro concesso la gioia della speranza della fede.
La strada del ritorno è certamente quella più toccante e forse un po’ più triste.
Le spalle sono ormai stanche, ma i misteri sono “cullati” con la stessa passione, anche se il passo è ancora più lento, dovuto anche alla stanchezza. Durante il percorso i confratelli ripropongono la tradizionale “nazzicata” con il classico incedere lento e cadenzato.

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Dopo la sosta nella Chiesa del Rosario, vi è un altro momento toccante di commozione, infatti, c’è il passaggio di Gesù Morto e della Madonna Addolorata, nella Chiesa Madre. Nella Cattedrale di Mottola, non c’è sosta, ma si entra si percorrono le due navate laterali e si esce.
Ormai la processione dei Misteri della Passione di Cristo della Confraternita del Carmine di Mottola si accinge a vivere l’ultimo momento, forse quello più commovente e toccante per tutti i Confratelli e Consorelle, quello del rientro in Parrocchia.
Il Troccolante attende sul Sagrato della Chiesa l’arrivo del simulacro di Gesù Morto, seguito dalla Madonna Addolorata. La banda dall’Altare intona l’ultima marcia funebre, Tomba che chiusi in seno, mentre i Confratelli adagiano sui banchi le statue. La commozione pervade tutti i presenti, le lacrime illuminano gli occhi stanchi di donne e uomini, Consorelle e Confratelli che hanno partecipato e pregato in Processione. Al termine dell’ultima marcia della Settimana Santa ci si abbraccia e alcuni si scambiano gli auguri per la Santa Pasqua, mentre la scena si svuota: la casa di Dio, serrando il pesante portale, si chiude nel suo dolore per la morte del Figlio, in attesa della Messa di mezzanotte dove le campane suoneranno annunziando al Mondo la Resurrezione di Cristo, la speranza per tutti i Cristiani.

- Testo e foto tratti dal fascicolo "Riti e Tradizioni" di Stefano Matarrese e pubblicati sul Blog Sabato Santo Mottolese.
** Esprimo il mio doveroso e più sentito ringraziamento ai carissimi amici Pietro Convertino e Stefano Matarrese per aver concesso la pubblicazione del presente materiale fotografico sulla Settimana Santa Mottolese.