GIOVEDI' SANTO - Le "Paranze" e i Sepolcri


Le Paranze sono coppie di confratelli che, partendo dalla Chiesa del Carmine, incedono con passo lento per le strade della città in abito confraternale per giungere, a piedi nudi, ai repositori delle chiese toccate dalla Processione Eucaristica: raggiunto il repositorio vi entrano, si inginocchiano di fronte all' Eucarestia vegliandola, proteggendola simbolicamente da quanto potrebbe profanarla.

Il termine Paranza deriva etimologicamente da una voce meridionale, paro, che significa paio.
Ogni coppia, però, è preceduta da un confratello il quale, a differenza dei primi due, indossa abiti contemporanei: un elegante quanto semplice abito nero in rispetto alla sofferenza di Gesù.
Il suo compito è accompagnare i confratelli e suonare la troccola per avvisare del passaggio e segnarne i cambi alla veglia: più Paranze, infatti, si alternano nella veglia lungo l' arco della serata.

L' utilizzo della troccola è una particolarità dei riti della Settimana Santa: è uno strumento di legno, una tavola lunga circa ottanta centimetri e larga trenta, con ai lati delle maniglie battenti di ferro, poste in senso verticale, incernierate in modo tale che, scossa l' asse, possano sbattervi contro producendo il secco suono che le è caratteristico.

Le Confraternite ne possiedono diverse e si tratta perlopiù di materiali molto raffinati: non è legno grezzo ma sono presenti dei ceselli.

Il loro utilizzo assume grande valenza simbolica in contrapposizione all' utilizzo delle campane che, dal Giovedì Santo, vengono zittite per non essere più suonate sino alla Domenica di Pasqua.
La funzione di richiamo dei fedeli, quindi, viene assegnata in questi giorni alla troccola il cui suono ligneo rappresenta una forma degradata, o regredita, rispetto la purezza del bronzo che manifesta la voce di Dio.
Nei suoi colpi sordi riecheggia la morte, la morte voluta da una umanità abbrutita e deicida.

Un accenno, seppur veloce, lo meritano i repositori in quanto luoghi: le chiese coinvolte subiscono una trasformazione complessiva divenendo preziosi scrigni sfavillanti. L' area absidale si arricchisce di panneggi, composizioni floreali e altri apparati che manifestano il potenziale creativo dei suoi allestitori.
Ogni anno lo spazio che accoglie l' Eucarestia e le paranze si rinnova come a introdurre un elemento di novità nel complesso rituale che rimane, invece, fisso nella sua meccanica.

Le Paranze hanno termine con l' inizio della processione della Addolorata, che rievoca la straziante ricerca del figlio da parte di Maria, conclusosi con l' incontro avvenuto dopo la prima caduta di Cristo verso il Calvario.


- Testo tratto da "La Settimana Santa a Mottola" di Giovanni Azzaroni, C.L.U.E.B., Bologna, 2010.
- Foto tratte da "La Chiesa e la Confraternita del Carmine, Mottola - Storia e Riti" di Stefano Matarrese, Tipolitografia Vito Radio Editore, Putignano, giugno 2004.



** Esprimo il mio doveroso e più sentito ringraziamento ai carissimi amici Pietro Convertino e Stefano Matarrese per aver concesso la pubblicazione del presente materiale fotografico sulla Settimana Santa Mottolese.